Colle Mora, assieme a Simone in località Pietrauta, Montefalco (Perugia)

C o l l e M o r a , a s s i e m e a S i m o n e i n l o c a l i t à P i e t r a u t a , M o n t e f a l c o ( P e r u g i a )

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13 Novembre 2021

Colle MoraUna mattinata che si chiude in compagnia di Simone, titolare dell’azienda Colle Mora, in località Pietrautà, a pochi chilometri dal centro di Montefalco.

Un’azienda che trova le sue radici nella famiglia di Simone, il cui nonno e papà producevano vino da vendere principalmente sfuso. Nel 2002 gli si presentò la possibilità di fare un concorso per entrare in ferrovia, proposta che arrivò dopo qualche anno, ma rifiutata, per potersi dedicare a pieno alla produzione di vino. Un progetto condiviso con la moglie, con la quale nel 2003 iniziò a piantare i primi vigneti e nel 2008 produrre la prima bottiglia di Sagrantino e quella di Montefalco Rosso. La moglie proveniva da tutt’altro settore, lavorando a quei tempi in banca, un lavoro che non le piaceva e non la soddisfava a fondo. Agli inizi era pure astemia!

Colle MoraNegli anni non si fermò la produzione di vino sfuso, con l’introduzione dei bag in box, ma per il prossimo futuro sarà un’area che andrà sempre più a diminuire, concentrando le energie per la produzione delle bottiglie, che ad oggi sono circa ventimila per anno.

Colle Mora ha sempre investito sulla qualità e non sulla quantità, cercando di migliorarsi, senza grandi aiuti e competenze, ma con le energie di Simone, la moglie e la voglia di formarsi continuamente.
L’abitazione dove oggi sorge la cantina era quella della famiglia di Simone, restaurata e rinnovata nel corso degli anni, per dar vita alla struttura attuale.

Sarei potuto state tranquillamente a fare l’operaio in ferrovia, con un buon stipendio, ma non era la mia strada. Qui si lavora anche quindici/diciotto ore per giorno, ma da sicuramente più soddisfazione e se di ore ce ne fossero trentaquattro/trentacinque sarebbero sicuramente ben impegnate anche quelle”.

Colle MoraOltre alla sala degustazioni e ad un capanno adiacente, con tanto di griglia esterna, troviamo la cantina, divisa tra i vari processi, di vinificazione, con la presenza di vasche in acciaio, e di affinamento con una barricaia, che vedrà proprio nel corso di quest’anno l’introduzione di botti da venti, trenta e quaranta ettolitri, a sostituzione di quasi tutte le barrique. Alcune altre barrique riposano in una stanza vicina alla sala degustazioni, vegliate da una vecchia Vespa 125 del 1958.

L’80% del lavoro viene fatto in vigna“, circa sei ettari di proprietà che si estendono tutti nelle colline di Montefalco. Quasi tutti gli appezzamenti sono esposti a nord-est e trovano spazio, oltre a corpo, principalmente nella zona di Colle del MarcheseBagnolo e in un’altra area di Pietrauta. I terreni variano da quelli più calcarei e sassosi a quelli più ricchi di terra, che si compatta ed irrobustisce man mano che si va in profondità.

I trattamenti si alternano tra convenzionale e quanto è previsto dal biologico, non credendo pienamente alle certificazioni. Quest’anno per esempio i primi due sono stati fatti in maniera convenzionale, per poi passare a rame e zolfo; viene sempre lavorato il terreno, a filari alterni e si cerca di favorire la produzione essendo presenti in vigna con potature e sfogliature manuali.

Per andare oltre a questo concetto e alla normativa che sta alla base del biologico, viene prodotto un vino che si chiama “Libero”, ottenuto da fermentazioni spontanee, senza lieviti, stabilizzanti, chiarifiche e filtrazioni.

Il nome dell’azienda Colle Mora, proviene dal nome “Cor de Muro” (cordone di muro) per identificare il borgo di cui fa parte anche la casa di Simone, che ha dato vita alla via Colle Mora.

Prima di assaggiare i vini in bottiglia qualche furto dalle vasche per capire le differenze tra il Trebbiano ottenuto dal mosto fiore e quello dalle “strette” (la seconda pressatura delle stesse uve) sia nel colore più limpido nel primo sia nei profumi che differiscono rispettivamente in più delicati floreali e di frutta a polpa gialla a quelli più erbacei ed intensi della “seconda scelta” (destinata alla vendita come sfuso)Le fermentazioni avvengono per lo più con lieviti selezionati, tranne per il Libero che effettua una fermentazione spontanea, in vasche d’acciaio. Quest’ultimo non incontra mai l’aggiunta di solforosa, pur la filosofia aziendale preveda in generale bassissime dosi di solfiti.

Colle MoraL’assaggio delle bottiglie inizia con l’unico bianco dal nome “Bagnolo” a base di Trebbiano Spoletino 2020, “il padre” di quello assaggiato precedentemente in vasca.

Dopo un contatto con le bucce di circa ventiquattro ore il mosto fiore resta un mese a contatto con la feccia fine a temperatura controllata, l’affinamento avviene in vasche d’acciaio per i mesi necessari.

Al naso spiccano agrumi quali cedro e bergamotto, fiore di sambuco, pepe bianco, fieno, camomilla, timo, mentre al palato entra fresco, avvolgente, ma con una buona mineralità e discreta acidità, buona anche la persistenza. I quattordici gradi alcol sono ben equilibrati, come in tutti i vini di Colle Mora, che ingannano piacevolmente per quest’ottimo equilibrio.

Colle MoraUn veloce assaggio di “Ruffiano”, Sangiovese e Merlot vinificati in rosato ed affinati in solo acciaio, essendo aperto da qualche giorno, solamente per approfondire anche in questo caso la sua piacevolezza di beva, con un’alcolicità di quindici gradi.

Colle MoraE’ il turno del già citato “Libero”, “un vino da capire”, afferma Simone, non essendo morbido e vellutato appena aperto, ma ha bisogno di tempo e di essere aspettato. Blend di Merlot e Sangiovese in eguali parti, presenta al naso sentori di frutta nera e frutta rossa, violetta, rosa rossa, mentre al palato entra con una buona acidità, discreta mineralità, tannino moderato, ma nel complesso abbastanza spigoloso. Essendo la 2020 la prima annata di produzione, bisognerà attendere la sua evoluzione e cosa ci offrirà nel futuro.

Colle MoraUn assaggio di Rosso Montefalco “Cor de Muro” 2017, blend di Sangiovese al 60%, Merlot al 30% e 10% di Sagrantino che affinano separatamente in barrique usate per circa venti mesi, e si presenta con note di frutta nera, sottobosco, tabacco, vaniglia, pepe nero, incenso. In bocca è abbastanza morbido, con una buona trama tannica, abbastanza equilibrato e persistente.

Infine il Sagrantino Montefalco dalle note di frutta sotto spirito, cuoio, note balsamiche, incenso, frutta nera, sottobosco, noce moscata. In bocca entra molto ampio, con una buona acidità, abbastanza minerale e con un tannino importante, per una lunghezza di diversi minuti. Vino definito “Bove” (Bue) o “Carro Armato”, soprannomi che ne fanno intuire la potenza.

Colle MoraPer Simone maglietta numero 107 di Winetelling, in attesa di condividere un altro calice con lui!